Arquivamento de dados genéticos com finalidades penais: interesses em jogo, regulações europeias e soluções adotadas pelo legislador italiano

Autores

DOI:

https://doi.org/10.22197/rbdpp.v5i3.258

Palavras-chave:

Dados genéticos, banco de dados de DNA, segurança coletiva, privacidade, ingerência na vida privada e familiar.

Resumo

Criar um banco de dados genéticos com finalidades penais representa para qualquer ordenamento um desafio inevitável e, contemporaneamente, muito delicado. É inevitável porque armazenar perfis de DNA pertencentes a um determinado grupo de sujeitos para realizar uma comparação automatizada mediante procedimentos informáticos significa disponibilizar aos órgãos investigativos informações de inegável relevância probatória. Particularmente delicada pois em razão das escolhas que governam a colheita, conservação e consulta de dados genéticos relevantes depende o impacto que a “biologização da segurança” finda por produzir em relação à denominada informational privacy, ou seja, o direito do indivíduo ao controle das informações relativas à própria esfera pessoal, tutelado pelo art. 8 da Convenção Europeia dos direitos humanos. Na Itália, o banco de dados do DNA tornou-se operativo somente recentemente, após um percurso legislativo demasiadamente tormentoso. Neste artigo serão analisadas as escolhas técnicas e valorativas efetuadas pela Lei n. 85 de 2009 e pelas regulamentações de atuação, verificando a sua capacidade de assegurar um balanceamento entre os interesses em jogo em contraste conforme os parâmetros de razoabilidade e proporcionalidade e a sintonia com as indicações da jurisprudência do Tribunal europeu dos direitos humanos. Somente se atendidas tais condições, o sacrifício imposto à “privacidade genética” para o alcance dos objetivos de justiça penal pode ser considerado culturalmente e socialmente aceitável, além de juridicamente legítimo. De fato, não há dúvidas de que o clamor coletivo por segurança se tornou progressivamente mais insistente, especialmente pela difusão do fenômeno do terrorismo. Não obstante, é também inegável que a sensibilidade coletiva se tornou mais atenta em relação às diferentes declinações na privacidade pessoal, e, em particular, ao patrimônio genético agora percebido como marca da individualidade subjetiva. Nenhum ordenamento moderno, portanto, pode subtrair-se à tarefa de tornar a tecnologia uma aliada da privacidade tanto quanto da justiça penal.

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Biografia do Autor

  • Chiara Gabrielli, Università degli studi di Urbino Carlo Bo

    Dipartimento di Giurisprudenza

    Ricercatore t.d. diritto processuale penale

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Publicado

31.10.2019

Edição

Seção

DOSSIÊ: Novas tecnologias e processo penal

Como Citar

Gabrielli, C. (2019). Arquivamento de dados genéticos com finalidades penais: interesses em jogo, regulações europeias e soluções adotadas pelo legislador italiano. Revista Brasileira De Direito Processual Penal, 5(3), 1385-1420. https://doi.org/10.22197/rbdpp.v5i3.258